Il XV secolo a Roma
Nei primi decenni del Cinquecento Roma acquisto' un eccezionale prestigio artistico e un ruolo preminente nella definizione dell'arte rinascimentale grazie alla presenza di artisti quali Bramante, Raffaello, richiamati dal mecenatismo di pontefici (Giulio II e Leone X), di mercanti o banchieri (Agostino Chigi). Bramante inizio' la sua attivita' romana col gia' citato chiostro di S. Maria della Pace. Sua massima realizzazione fu pero' il tempietto di S. Pietro in Montorio, a pianta circolare, circondato da un peribolo di colonne doriche e sormontato da una cupoletta emisferica; l'edificio, di nettissima derivazione classica, e' il primo grande capolavoro dell'architettura cinquecentesca, della quale segno' uno dei fondamentali punti d'avvio. L'immensita' dell'opera della ricostruzione di S. Pietro e dei Palazzi Vaticani mise in certa misura nell'ombra altre realizzazioni contemporanee, come quelle di Raffaello, a cui si devono, oltre alla Cappella Chigi, la chiesa di S. Eligio degli Orefici e i progetti nonche' una parziale realizzazione di Villa Madama (condotta a termine, dopo il 1517, da Giulio Romano e Giovanni da Udine). A Baldassarre Peruzzi e' dovuta la raffinata villa di Agostino Chigi, la Farnesina; all'interno, i celebri affreschi di Raffaello con la Favola di Psiche e il Ratto di Galatea e le Nozze di Alessandro e Rossane, del Sodoma. Sempre del Peruzzi e' l'imponente palazzo Massimo alle Colonne, singolare sia nella convessita' della facciata sia nell'impianto planimetrico, spostato rispetto all'asse della facciata. Contemporaneamente va ricordata l'attivita' romana di Antonio da Sangallo il Giovane: la chiesa di S. Maria di Loreto al Foro Traiano (1507), il severo palazzo del Banco di S. Spirito e soprattutto il palazzo Farnese (completato da Michelangelo).
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